L'insonnia

Non è l’insonnia occasionale quella che ci preoccupa, ma è la sensazione di stanchezza e disagio che deriva da un riposo frammentario, insoddisfacente e poco profondo: il recupero mancato della fatica quotidiana, una fonte sicura di ansia – una pena che si protrae da diverso tempo e che non sembra trovare rimedio.

L’insonnia cronica favorisce pensieri e ricordi che turbano intensamente, perché non derivano dagli inevitabili problemi della vita quotidiana, ma denotano radici profonde, inestricabili e all’apparenza inconoscibili; infatti chi soffre di questa patologia non cerca di analizzarne l’origine, ma si limita a subirne gli effetti deprimenti e ansiogeni.

In questo modo, una notte dopo l’altra, la mancanza di sonno (o la percezione di un sonno agitato, interrotto, insufficiente) compromette l’equilibrio della persona, causando astenia, sintomi di panico, incertezza nell’assumere impegni e nel definire progetti.

Che cosa si nasconde nei turbamenti che sembrano prediligere le ore notturne, che si affollano alla mente riuscendo ad impedirle ogni forma di tregua? E perché quei pensieri si configurano sempre come impossibili da risolvere, come problemi schiaccianti senza alcuna via d’uscita?

L’intervento dello psicoterapeuta può ricondurre il paziente sulle tracce di cause prossime e remote, la cui lettura può significare una presa di coscienza serena e definitiva. Il sonno ritornerà, a poco a poco le questioni da risolvere si inquadreranno in una prospettiva realistica e si esaurirà il potenziale negativo che deriva da una loro mancata individuazione.