Il genogramma

Che cos’è un genogramma? Il suo aspetto grafico potrebbe far pensare ad un semplice indice di nomi, un riassunto diacronico dello sviluppo familiare: dai nonni ai nipoti, a partire dalle radici fino ai rami più nuovi – che si espandono carichi di frutti e promesse.

Ma il nostro genogramma è un’altra cosa: non è un semplice albero genealogico! Quello che la psicoterapia sistemica costruisce, collaborando con i pazienti quasi in forma di gioco, è una vera mappa topografica del vissuto emotivo e relazionale, di tutte le esperienze che il singolo ha elaborato, vivendo la propria storia, in seno alla famiglia di origine.

Nonni, genitori, figli: da qui si dipanano i valori, le forme del linguaggio, i segreti e le contraddizioni che hanno segnato la fisionomia di ogni gruppo familiare. Qui, nel cuore degli affetti e delle tensioni, ad ogni principio corrisponde il suo contrario, in quanto garanzia di emancipazione e libertà; così come ad ogni figura mitica si contrappone il piano dissacratorio dei più giovani o dei più ribelli. Questo è l’intreccio singolare che distingue ogni famiglia nel suo intimo farsi - perché la famiglia è sempre in “fieri”, perché  questo è il bagno di coltura dell’Io che si impegna a individuare se stesso.

Il genogramma  è un disegno fatto di elementi grafici e di parole. Chi lo realizza è il paziente, che accompagna ogni segno, cioè ogni singolo nome, con un racconto che definisce ruoli e intersezioni; verranno narrati episodi, abitudini, rivalità e amori - i cui protagonisti saranno non soltanto il padre e la madre, i fratelli, gli zii, i cugini, ma anche gli amici e le figure che abbiano lasciato impronte particolarmente significative.

Chi deve interpretare il testo, nella sua varietà di spunti, è il terapeuta, ma in realtà la lettura viene condotta insieme a chi sta tracciando quella realtà, forse riconoscendola e focalizzandola per la prima volta. 

Con l’elaborazione di un genogramma è possibile ricostruire il clima che si è venuto a creare nel corso di almeno tre generazioni; e attraverso gli elementi di conoscenza e di affettività che vengono a delinearsi, nell’evidenza della sintesi e del confronto, il percorso terapeutico favorisce una profonda analisi di fatti e sentimenti. In questo modo si riesce a far emergere lo “stile” di una famiglia, cioè la sua modalità di scambio, di relazione e di colloquio.

Il genogramma si rivela uno strumento prezioso anche prima di essere condotto a termine, proprio nelle sue fasi di elaborazione: nel delinearsi dello schema, infatti, il terapeuta potrà raccogliere le informazioni indispensabili alla diagnosi e al percorso di cura, affiancando l’indagine condotta dal cliente stesso sulla propria storia.

L’esperto, avvalendosi degli elementi disponibili, orienterà l’attenzione dell’altro sui dati che meritino di essere approfonditi, nel medesimo tempo scoraggiando una visione conformista, o troppo ovvia, del contesto di riferimento. Dall’incontro fra il terapeuta e il paziente dovrà scaturire una nuova capacità interpretativa, disinteressata e aliena da pregiudizi: il passato verrà vissuto di nuovo, in modo creativo e sulla base di un sistema di valori realmente condiviso, mentre il futuro verrà affrontato con metodo meno passivo e con maggiore autonomia di giudizio.

Un genogramma realizzato con sincerità e letto con autentica empatia umana e professionale può egregiamente favorire i più ottimistici esiti terapeutici.