Il disturbo ossessivo-compulsivo

Ossessioni e compulsioni sono disturbi legati all’ansia, difficilmente catalogabili sotto un denominatore comune. Infatti tali modelli di percezione e di comportamento non soltanto variano da un individuo all’altro, ma risentono anche di fattori quali la cultura antropologica (gli usi e costumi di riferimento), il carattere, il periodo storico e il contesto socio-economico in cui la sindrome si sta verificando.

Se le ossessioni si identificano in pensieri ripetitivi, quasi involontari e sfibranti, le compulsioni sembrano dare forma a tali pensieri, traducendosi in comportamenti o gesti di carattere fobico, talvolta rituale, che si impongono all’individuo condizionandone la vita e lo stato emotivo.

E' piuttosto comune, attualmente, imbattersi in forme ossessive e compulsive relative al cibo, agli acquisti, al gioco d’azzardo, alla sfera erotica, all’uso delle tecnologie (rapporto esclusivo con le realtà virtuali, forme di ludopatia, di anoressia, di bulimia o di perversione sessuale – compresi i fenomeni di rifiuto o repulsione fobica generalizzata nei confronti dell’eros).

E’ frequente, infine, il caso di sindromi legate ad un bisogno estremo di rassicurazione o di identificazione personale: forme che si esprimono nel bisogno incontrollabile di dire o fare determinate cose, o di comportarsi in modo rituale, quindi poco sincero, nei confronti di determinate persone o situazioni. Si tenta così di sedare un’ossessione dominante, che tende a presentarsi come  necessità scaramantica, sulla base di un impulso affettivo in realtà molto debole, spesso confinante nel suo esatto contrario.

Naturalmente il sollievo che simili pratiche compulsive garantiscono è forte al momento, ma transitorio; di conseguenza viene messa in atto una loro continua reiterazione, che può condurre ad un vero e proprio sfinimento psicologico.

Un percorso terapeutico sereno e graduato può favorire una maggiore consapevolezza nella persona coinvolta, alla quale verranno forniti mezzi di indagine e validi criteri perché possa interpretare correttamente quei fenomeni che sono fonte di ansia, di polarizzazione negativa su problemi fittizi, di pericoloso disimpegno nei confronti della vita quotidiana e del proprio stesso Io.